Si è conclusa l’edizione 2024 del Velista dell’Anno Powered by Raymarine con la grande premiazione al Marina Cala de’ Medici (di cui vi parleremo nel dettaglio domani). Vi sveliamo finalmente chi sono i vincitori della 33ma edizione del premio più ambito della vela italiana. Vi raccontiamo le loro storie e perché la giuria ha scelto proprio loro tra i più votati da voi. Marinai, capitani, innovatori, designer, giovani sportivi, meno giovani influencer. Ognuno di loro ha un talento eccezionale.
Velista dell’Anno – Luca Rosetti
Il Velista dell’Anno Assoluto 2024 è nato lontano dal mare. Precisamente a Bologna, 29 anni fa. Luca Rosetti (nella foto) però il mare ce l’ha nel sangue: si è spostato nella grande Romagna della vela, quella di Cino Ricci e Simone Bianchetti, per imparare l’arte di navigare. L’ha imparata così bene che nel 2023 ha vinto una delle sfide più difficili della vela oceanica mondiale. La Mini Transat, ovvero la traversata atlantica in solitario di 4.000 miglia (da Les Sables d’Olonne, in Francia, fino a St Francois Riviera du Levant, in Guadalupa, con scalo alle Canarie) su mini “scatole” di soli 6 metri e mezzo, i Mini 6.50: l’ha vinta nella categoria serie, battendo 58 avversari, moltissimi francesi, considerati i maestri dell’Oceano. Un capolavoro quello di Rosetti, che non partiva esattamente nel novero dei favoriti.
Una vittoria maturata in una seconda tappa condotta quasi dall’inizio alla fine, con velocità siderali rispetto alla flotta, e con una capacità straordinaria di disegnare traiettorie precise e piazzare strambate chirurgiche nell’Aliseo. Il suo Mini 6.50 RaceÊre ha recuperato ben 15 ore di ritardo dal belga Gendebein (accumulato nella prima tratta), infliggendo ritardi importanti su tutta la flotta, considerato che ha dato circa 60 miglia di distacco al secondo classificato. Adesso il suo futuro è nei Class 40, la classe dove Ambrogio Beccaria – già vincitore della Transat 2019 e Velista dell’Anno 2023 – sembra il re indiscusso. Sarà Rosetti il suo erede?
Perché ha vinto: Luca Rosetti ha trionfato alla Mini Transat, la regata transatlantica più impegnativa dal punto di vista fisico e mentale, compiendo una “remuntada” degna di quella del Barcellona contro il Paris-Saint German nel 2017. Da “outsider” si è trasformato in bestia da regata imprendibile, in barba ai francesi.
Epic – Gianni Cariboni
C’è solo una domanda che ci siamo fatti in redazione, quando la Giuria del GdV ha deciso di assegnare il premio alla carriera Velista dell’Anno Epic a Gianni Cariboni: “Perché non lo abbiamo fatto prima?”. La risposta è semplice. È nel 2024, infatti, che la Cariboni compie i suoi primi 40 anni di attività. Non poteva esserci occasione migliore per celebrare il genio di Cariboni. Da bambino, sul lago di Como, portava fuori i turisti come remaiolo pur di stare su una barca. Oggi è considerato il più grande esperto mondiale dell’idraulica e dell’oleodinamica applicata alla vela. Non esiste barca di Coppa America o super custom che non monti un sistema Cariboni.
Ha inventato la chiglia basculante, ideato cilindri che sono opere d’arte, pensato rigging all’avanguardia quando si occupava di alberi. A 75 anni Gianni Cariboni non ha smesso di guardare avanti, alla ricerca della prossima innovazione: sempre con un obiettivo. Rendere la navigazione a vela più semplice. E senza dimenticare le due lezioni fondamentali di Giulio Carcano, il progettista suo mentore: la prima, “impara ad ascoltare tutti in fase di progetto”. La seconda: “Le cose sono giuste quando si stanno rompendo ma non si rompono”. Sul nostro canale Youtube trovate un bellissimo video che racconta la storia di Gianni Cariboni e la sua filosofia progettuale, vi consigliamo di guardarlo!
Perché ha vinto: Gianni Cariboni con le sue invenzioni idrauliche e oleodinamiche ha reso la vela più semplice e alla portata di tutti. È, di fatto, il co-inventore dell’easy sailing assieme al suo amico e ispiratore Luca Bassani. I suoi sistemi sono a bordo delle barche più belle del mondo. Cariboni, nato in una modesta famiglia di operai, ha dimostrato che geni forse si nasce, ma lo si diventa per davvero solo con una grande determinazione e fiducia nelle proprie idee.
Owner – Marco Trombetti
Provateci voi. Prendete un vecchio Swan 65 del 1977 sfasciato, rimettetelo a nuovo, iscrivetevi al giro del mondo in equipaggio vintage (l’Ocean Globe Race), senza strumenti né elettronica, sulle orme della vecchia e mitica Whitbread. Difficili a dirsi, figuratevi a farsi. In più, provate a vincere le prime due tappe, dominando le successive fino ai danni allo scafo (maledetto skeg del timone!) e trovando le forze per ripartire due volte, una dopo aver fatto scalo in uno degli angoli più sperduti del mondo, le isole Falkland/ Malvinas, vincendo una corsa contro il tempo per restare in gara. Marco Trombetti, CEO di Translated, l’azienda che dà il nome alla sua barca, ci ha dato una lezione importante: non conta vincere, non conta partecipare. Conta arrivare, raggiungere l’obiettivo.
Nato a Roma il 14 marzo 1976, prima di questa avventura totalmente estraneo al mondo della vela, la sua è una storia di passione, determinazione, resilienza. Sua, e del suo equipaggio che, tra gli altri, ha contato marinai del calibro di Vittorio e Nico Malingri e Pietro Luciani e un coach celebre come Paul Cayard. Marco Trombetti ha dimostrato di essere un vero “owner”, armatore capace di riunire attorno a sé un team solido (costituito al 70% da non professionisti) che non ha mollato mai. Dal punto di vista sportivo, poi, non dimentichiamo che quello di Translated 9 è un risultato unico per l’Italia, che mai aveva vinto una tappa del giro del mondo in barca a vela in equipaggio.
Perché ha vinto: Marco Trombetti, 48 anni, ha portato a termine con il suo Swan 65 Translated9 il giro del mondo in equipaggio “vintage” senza strumenti elettronici, vincendo due tappe, fronteggiando problemi che sembravano insormontabili ma risolti grazie a un mindset sempre positivo. La lezione di Trombetti si può riassumere così: non conta vincere, non conta partecipare. Conta arrivare.
Young – Medea Falcioni
Medea Falcioni è nata l’1 ottobre 2010 e ha grinta da vendere. Vi basti sapere che l’anconetana ha conquistato il primo posto nell’Under 15 ed il bronzo nell’Under 17 ai Mondiali riservati alle categorie youth e junior della tavola olimpica IQFoiL a Cadice. Niente male, per una ragazzina di soli 13 anni che, peraltro, aveva già messo in riga le sue avversarie più grandi vincendo anche il Campionato Europeo, sia nell’Under 15 che nell’Under 17.
Ma Medea non è solo una delle baby prodigio della tavola a vela italiana. “Oltre che brava nello sport lo è anche nella vita di tutti i giorni”. “È una ragazzina bravissima sia nello sport e sia scuola e nella vita di tutti i giorni”. “È speciale in tutto quello che fa”. “Fortissima Medea !!!! Brava bella sempre disponibile gentile elegante”. “Veramente una ragazza super speciale!!!”. “Una ragazza eccezionale, l’ho anche allenata in acqua personalmente.
Ha una forza mentale incredibile”. Questi sono solo alcuni dei tantissimi commenti che ci sono arrivati a sostegno della sua candidatura, e che, provenendo da chi la conosce bene, contribuiscono a tratteggiarne la personalità. Forte, umile, disponibile. Come i grandi campioni. Non deve stupire, quindi, se Medea Falcioni sia stata votatissima dal pubblico del Velista dell’Anno. L’atleta portacolori della storica S.E.F. Stamura di Ancona si dimostra amatissima e non a caso tantissimi giornali marchigiani hanno promosso “endorsement” sulla sua candidatura. La passione per la vela di Medea le arriva dal nonno, “il velista della famiglia”, ci raccontano i suoi genitori, che la portava sul suo piccolo cabinato a vela fin da bambina.
Perché ha vinto: Medea Falcioni a soli 13 anni ha vinto il Mondiale giovanile delle tavole a vela olimpiche IQFoiL Under 15 e si è imposta all’Europeo Under 15 e U17, davanti ad avversarie ben più grandi di lei. Lo ha fatto dimostrando freddezza, talento e umiltà. Caratteristiche dei grandi campioni della vela. È nata una nuova Alessandra Sensini?
Passion – Manuel Vlacich / Franco Deganutti
Ci vuole passione, ma tanta passione, per lanciarsi in un’avventura come hanno fatto Manuel Vlacich (39 anni) e Franco Deganutti (55): pensate che i due velisti italiani sono finiti anche nel Guinness dei Primati. Che cosa hanno combinato? Nel 2022 si sono inventati il “Grand Tour” a vela: hanno partecipato con il loro Melges 24 alle più affollate regate del mondo (la Bol d’Or sul lago di Ginevra, la Round the Island all’isola di Wight, la Barcolana), regatando contro 3.219 equipaggi e circa 30.000 avversari in un solo anno.
Ma questo è solo l’inizio. Nel 2023 per sensibilizzare sullo stato di salute delle nostre acque si sono focalizzati sui laghi. Questa volta hanno lasciato il Melges in garage a vantaggio delle piccole derive gonfiabili Tiwal (poco più di tre metri) e sono partiti alla volta del Loch Ness, dove hanno sfidato il mostro “Nessie” attraversando le 20 miglia del lago in 4 ore e 59 minuti (un altro record certificato).
Poi hanno dato luogo al “match-race più alto del mondo”. Hanno portato le loro microderive sul lago Titicaca, in Bolivia, dove hanno circumnavigato la Isla del Sol in nove ore: erano a 3.812 metri di altezza. Vlacich e Deganutti si sarebbero dovuti poi spostare sul Mar Morto, per navigare nel punto più basso al mondo (-430 s.l.m.), ma la situazione internazionale non lo ha consentito.
I due non si sono persi d’animo, però, e con la loro determinazione sono riusciti a navigare sottoterra. Si sono fatti aprire le porte del lago sotterraneo di St. Leonard, in Svizzera, il più grande d’Europa. L’impresa è stata compiuta sempre a bordo dei loro fedeli Tiwal. Adesso l’obiettivo è navigare in Groenlandia, a Disko Bay: 350 km a nord del Circolo Polare Artico. Avvistare le balene ed osservare l’aurora boreale saranno un “plus” ma il vero obiettivo della spedizione è la circumnavigazione di uno degli iceberg che si staccano dai ghiacciai.
Perché hanno vinto: Manuel Vlacich e Franco Deganutti, inventori del progetto “The Grand Tour Sailing”, hanno girato il mondo con i loro piccoli barchini (Melges 24 e derive gonfiabili Tiwal) navigando a quasi 4.000 metri d’altezza, sotto il livello del mare, sfidando mostri lacustri, regatando contro 30.000 velisti. Passione – tanta – e spirito di avventura guidano le loro imprese. I due erano i candidati favoriti, fin da subito, alla vittoria del premio Velista dell’Anno “Passion”.
Innovation – Matteo Polli
Chi è il progettista più vincente degli ultimi 10 anni, ci siamo chiesti in redazione mentre stavamo decidendo a chi assegnare il premio Innovation del Velista dell’Anno? Matteo Polli è la risposta. Goriziano di nascita (avvenuta nel 1980), Polli cresce velisticamente nel Golfo di Trieste, uno dei tempi della vela mondiale: è un buon velista, Matteo (da giovane entra a far parte della Nazionale di Laser), ma capisce presto che quello che lo intriga, più che timonare le barche, è capire come funzionano.
Si iscrive l’Istituto Tecnico Nautico con indirizzo costruttore navale, poi è a Southampton dove si laurea con il massimo dei voti in Yacht and Powercraft Design. Si fa le ossa nello studio Starkel, poi nel 2005 viene assunto come yacht designer al cantiere 2emmemarine, seguendo il progetto di barche a vela di successo come l’M37. Assieme a Maurizio Cossutti poi ottimizza le prestazioni di numerose barche per le regate a compenso ORC e IRC. Il nome di Polli inizia a circolare come quello del “mago dell’ORC”.
Nel 2011 passa a Italia Yachts come chief designer e project manager firmando le linee scafo dell’Italia 15.98, dell’Italia 12.98, dell’Italia 9.98 e dell’11.98. Barche velocissime che vincono ancora oggi campionati internazionali. Nel 2018 prosegue la sua carriera come progettista indipendente, fondando la Matteo Polli Yacht Design.
Uno dei suoi grandi clienti è Grand Soleil per il quale oggi è il principale progettista (sia delle gamme Performance che Long Cruise, dal piccolo 30 piedi Blue fino al mastodontico 72 piedi). Il Grand Soleil 44 Performance non ha smentito la sua nomea di “mago dell’ORC”: ha vinto tre volte di fila di Mondiali ORC, nel 2021, 2022 e 2023 (oltre che gli Europei nel 2023). Nel suo palmares, da progettista, ci sono altri sei mondiali ORC (Italia 998 e 11.98) e innumerevoli altri titoli.
Perché ha vinto: Matteo Polli, 44 anni, è il progettista più vincente del mondo negli ultimi anni. Dal 2015 ad oggi le sue barche hanno vinto nove titoli mondiali ORC, quattro europei e ottenuto tantissimi piazzamenti di rilievo a livello internazionale. Ma Polli non è solo il “mago dell’ORC”. Lavorando con Grand Soleil ha dimostrato di sapere progettare barche belle. Senza mai tradire il suo DNA “corsaiolo”.
Most Voted – Giuseppe Veirana
Sapete che c’è un signore di 59 anni di Savona che, sui social, ha lo stesso numero di followers di Luna Rossa? Si chiama Giuseppe Veirana, di mestiere fa il marinaio a bordo del suo Hanse 470E con cui fa charter, scuola di vela e patenti nautiche. Se li è comprati i suoi 214.000 seguaci, direte voi. Ma neanche per idea: che la sua community sia tutta farina del suo sacco lo abbiamo capito subito quando è schizzato in testa – senza mai esserne scalzato – dalla classifica “Most Voted” del Velista dell’Anno, raccogliendo migliaia e migliaia di preferenze.
“Non l’ho fatto certo per vincere la cerata Musto che spettava al più votato”, ci fa sapere (ma da buon ligure, qualche sospetto lo abbiamo!), “ma per puro divertimento”. Giuseppe, detto Beppe, va in barca dal 1974 ma le luci della ribalta sono arrivate l’anno scorso grazie all’aiuto del suo amico Samuele Agostino, social media manager di 22 anni che lo coadiuva nella stories e nei reel di Instagram.
Contenuti virali in cui Beppe insegna le basi della vela e snocciola perle di cultura marinaresca, sempre tra un “belin” e l’altro. Beppe si è inventato un modo tutto suo per divulgare la vela. Un modo che funziona. Nato nel 1965, fin da piccolo va in barca, le prime regate le fa sull’Optimist: nel 1992 capisce che della sua passione può farne un mestiere e fonda Dimensione Vela.
Perché ha vinto: Giuseppe Veirana, detto Beppe, è stato il più votato nella categoria Velista dell’Anno “Most Voted”, dove a vincere era colui che raccoglieva il maggior numero di preferenze. Ma Beppe è molto di più: è la dimostrazione che puoi diventare influencer della vela all’alba dei 60 anni, con più di 200.000 follower (proprio come Luna Rossa!). Il suo segreto? Racconta in stories e reel la vela a modo suo, dispensando pillole di cultura marinaresca e velica alla portata di tutti. Contenuti virali che lo hanno lanciato come superstar dei social.
Premio Speciale Save the Med – Progetto M.A.R.E.
Quest’anno c’era una altra grande novità. Il premio speciale Save The Med dedicato a chi ha messo in atto iniziative concrete finalizzate alla difesa del nostro mare. E del progetto di monitoraggio M.A.R.E. (Marine Adventure for Research and Education) realizzato dalla fondazione Centro Velico Caprera con la collaborazione scientifica di One Ocean Foundation ci è piaciuta proprio la concretezza.
Tra il 2022 e il 2024 il catamarano One del progetto ha girato il Mediterraneo (Tirreno nel 2022, Adriatico nel 2023, ora il Mediterraneo Nord Occidentale) raccogliendo campioni d’acqua e di DNA animale consentono lo stato di salute delle acque e la biodiversità. Uno studio di questa portata mancava dagli anni 80!
35.000 voti per sette vincitori, la roadmap del Velista dell’Anno
- Vi abbiamo presentato tutti i vincitori del Velista dell’Anno 2024 (il premio più prestigioso della vela italiana, assegnato dal Giornale della Vela fin dal 1991). I migliori li avete scelti voi. Ecco come.
Nella prima fase di votazioni, dal 27 aprile al 20 maggio, vi abbiamo chiesto di votare i 50 candidati in gara suddivisi in cinque categorie: Il Velista dell’Anno Assoluto (colui che ci ha emozionato di più nella stagione), Passion (chi ha compiuto un’impresa eccezionale, mosso dalla passione), Owner (all’armatore che ha realizzato qualcosa di grande), Innovation (chi ha fatto compiere dei passi avanti alla vela), Young (Miglior Under 25 della vela italiana). Oltre a questi, c’erano anche i Velisti dell’Anno Most Voted, ovvero i candidati presentati dal pubblico (il vincitore è semplicemente quello più votato), e il premio Velista dell’Anno Epic alla carriera di un big della vela italiana assegnato dal GdV: Gianni Cariboni. - Avete votato in più di 35.000. Alla fine delle votazioni, tra i cinque più votati di ogni categoria (eccetto quella Most Voted, già decisa dal voto del pubblico) la giuria di merito del Giornale della Vela ha scelto – non senza qualche difficoltà – i vincitori.
- Alla grande festa del Velista dell’Anno 2024, al Marina Cala de’ Medici, oggi abbiamo svelato utti i vincitori di cui vi raccontiamo le storie in queste pagine: Luca Rosetti (Velista dell’Anno Assoluto 2024), Gianni Cariboni (Velista dell’Anno Epic), Marco Trombetti (Velista dell’Anno Owner), Medea Falcioni (Velista dell’Anno Young), Manuel Vlacich e Franco Deganutti (Velista dell’Anno Passion), Matteo Polli (Velista dell’Anno Innovation) e Beppe Veirana (Velista dell’Anno Most Voted).